domenica 3 marzo 2013

LONDRA CALCISTICA 2.0

Tutti i nuovi contentuti di Londra Calcistica potrete trovarli a questo nuovo indirizzo:
londracalcistica.weebly.com


Questo blog a questo indirizzo resterà come archivio storico dei viaggi realizzati da Marco Parmigiani, ideatore ed autore di Londra Calcistica.


Abbiamo deciso di rifarci il trucco, come è giusto che sia per stare al passo con i ritmi di internet. Poche parole perchè qui deve parlare soprattutto il calcio nel suo aspetto più puro e semplice. Ma due parole non potevo non scriverle e non possono che essere di ringraziamento a Marco Parmgiani che ha lasciato Londra per una cosa splendida come quella di diventare padre e ha lasciato in eredità al sottoscritto e a Guido Plano un idea meravigliosa come quella di esplorare il mondo del calcio non professionistico Inglese, speriamo di divertirti ed appassionarvi come ha sempre fatto lui, speriamo che la nuova veste grafica vi piaccia.


Ricordate:  londracalcistica.weebly.com

Ovviamente ci trovate sempre su FACEBOOKTWITTER, e con il Saturday live sempre su TWITTER

domenica 17 febbraio 2013

Wingate & Finchley-Margate

Articolo: Massimo Corsini
Foto: Guido Plano

Dopo oltre un lungo ed interminabile mese di assenza tornano le nostre incursioni nel mondo della Non-League. Nelle ultime settimane fra Fa Cup e partite rinviate eravamo sempre stati costretti a dare forfait. Fra il fitto programma di questo sabato, scegliamo di andare a Finchely, per Wingate & Finchley – Margate, un vero e proprio testa coda con gli ospiti nettamente favoriti dai pronostici della vigilia.
Il viaggio è breve, Finchley, anzi, per la precisione West Finchley, si trova in zona 4 sulla Northern Line della Tube, ovvero una delle linee più affascinanti di tutta l’Underground londinese, vuoi per i nomi suggestivi delle sue fermate, vuoi per l’architettura inizio XX secolo delle sue stazioni. Così da London Bridge, con una mezzora di viaggio siamo a West Finchley.
THE STATION. L’arrivo non tradisce le aspettative, la stazione sembra uscita dalla sceneggiatura di “Thomas & Friends”, chi legge ed ha dei bambini sa di cosa parlo, per gli altri c’è Zio Google! Atmosfera tipica del London saturday, strade pressoché deserte, è ancora molto presto ci incamminiamo verso il centro di Finchley. Quartiere molto residenziale, a prevalenza Ebraica e notiamo anche un insolita presenza numerosa i luoghi di culto. La zona è bella ben curata anche se hanno una gran fissazione con gli Oblò, ci sono un sacco di case con le finestre tonde che ricordano i boccaporti delle navi, chissà perché!
BETTING. Siamo alla frenetica ricerca di un’agenzia di scommesse che stranamente non riusciamo a trovare, di solito appena fuori dalle stazioni, insieme al “Piri-Piri” chicken take away, un Ladbrokes, o qualcosa di simile, stavolta dobbiamo camminare un po’ di più per buttare le nostre 2 sterline settimanale, si avete letto bene, buttare, generalmente scommettiamo con il cuore più che con la ragione, e quindi non vinciamo mai!
TALLY HO PUB. Trovato a fatica il posto dove scommettere si cerca un pub, oggi si unisce l’utile al dilettevole, perché parte il “Six Nation” di Rugby e così mangiare vuol dire anche vedere la partita. Siamo fortunati perché ne troviamo un bellissimo sia esternamente, che internamente, molto British e poi fa parte del gruppo Whetherspoon, dove il rapporto qualità prezzo è garantito. Accanto a noi si siedono 2 coppie non più giovanissime, si tolgono la giacca e……..indossano la maglia del Margate(!), poi si siedono e per passare il tempo tirano fuori una scatolina di legno con le pedine del Domino ed iniziano a giocare, mi chiedo in che anno siamo, forse ci è successo come a Benigni e Troisi e siamo nel 1400 quasi 1500, poi inizia Galles-Irlanda ed il Six nation e capisco che siamo salvi.
HARRY ABRAHMS STADIUM. Dopo quattro, diciamo otto passi arriviamo allo stadio, una mezza delusione, prima di tutto si paga ma non ci danno il biglietto cosa conserviamo adesso noi? Poi entrati dentro l’unica particolarità è la tribuna principale “double-face”, se ti siedi da un lato vedi il campo di calcio, dall’altro quello di Rugby. Per il resto però è lontanissima dal campo e sorridiamo quando vediamo che in passato le panchine erano dentro la tribuna, per entrare in campo un sostituto doveva prendere l’autobus. Sorridiamo, ma è un sorriso diverso, quando invece leggiamo una targhetta ad un seggiolino. Il posto è dedicato ad un tifosissimo del Wingate & Finchley deceduto qualche anni fa, ma che non si perdeva una partita della sua squadra proprio da quel posto, e come spesso capita il club ha voluto ricordarlo. Per il resto lo stadio è una delusione, sembra più un centro di allenamento, con le siepi, si ben curate, e piccoli prati intorno al campo, manca il club-shop, le tribuni oltre a quella principale, non si possono certo definire tali, solo due-tre gradini di Terrace mal coperti. La club-house è si grande, ma piuttosto spoglia e con la particolarità di una tv che trasmette con colori tutti suoi, il bianco ad esempio non è contemplato e si trasforma in grigio scuro.
LA PARTITA. Attendiamo l’inizio facendo i raccattapalle al Margate che si allenano dietro la nostra porta, siamo Ball-boys per un giorno, per fortuna non c’è il Chelsea ed Hazard nei paraggi. I 90’ di gioco sono una sorpresa. I padroni di casa dominano il primo tempo che chiudono in vantaggio 1-0 grazie ad un errore colossale del portiere Holloway che non trattiene un innocuo tiro dalla distanza, la palla passa fra le gambe del numero 1 del Margate fra l’ilarità generale. Gli ospiti sono irriconoscibili rispetto alla squadra che avevamo visto vincere ad Hampton. Si alza anche un vento fastidiosissimo che ci fa auspicare una fine veloce della partita, soprattutto a Guido che visto il solicchio, non aveva la giacca! All’intervallo prendiamo un thè rigorosamente amaro, finiti i cucchiaini per lo zucchero, così come le patatine fritte che avrei mangiato volentieri (Stadio proprio bocciato, in tutto!). Nella ripresa il Margate ci prova, ma niente da fare, i padroni di casa si difendono con ordine e portano a casa una vittoria insperata. Noi torniamo alla stazione, felici di aver fatto ritorno nel mondo del calcio dilettantistico Inglese. alla prossima!

































lunedì 28 gennaio 2013

Millwall-Preston Nella "fossa" dei leoni

Articolo e foto di Guido Plano e Massimo Corsini

Dopo una vigilia di capodanno abbastanza movimentata ed alcoolica , è arrivato il momento di ritornare sobri per alcuni istanti e decidere quale match di FA Cup 3rd Round seguire dal vivo allo stadio .
Sia per la vicinanza , che per la passione con cui seguo e tifo questa squadra ormai da 8 anni e di cui ormai non posso farne più a meno essendo diventata la “mia” squadra , io e Massimo decidiamo di andare giù alla “fossa” , al Den , per seguire dal vivo Millwall – Preston North End.
Ovviamente prendiamo i biglietti qualche giorno prima , per evitare il rischio di ritrovarci senza tickets il giorno della partita , decidendo di andare a sederci ( per essere onesti cosa alquanto scomoda e inusuale per noi , poichè tra terraces e stand up in Non League , ormai siamo abituati a seguire l'intera partita in piedi , e di solito ciò non ci dispiace affatto!) nella Barry Kitchner Stand.
Il giorno della partita è finalmente arrivato , non fà troppo caldo , e con indosso e in bella vista la mia storica maglietta blue navy del Millwall della storica vittoria dell'allora Second Division nel 2001 , l'ansia inizia a mescolarsi all'emozione nelle mie vene , rendendomi più nervoso e pessisimista più che mai sulla partita.
Il KO è previsto per le 3pm , quindi rapida visita al solito pub a London Bridge per un paio di pinte di riscaldamento , con colazione “salutare” annessa ed incontro con altri tifosi “Lions” come me .
Anche se la partita non è di cartello , I “bobbies” sono ovunque in città , monitorando di continuo i supporters di casa .
Treno da London Bridge e in 5 minuti siamo arrivati a South Bermondsey , la stazione del treno più vicina al Den.
Appena scesi dal treno ed usciti dalla stazione , si riconosce subito l'aria e l'ambiente tipico delle docklands londinesi , e dopo aver comprato ovviamente il programme match e fatto qualche acquisto d'obbligo al club shop , ci avviamo verso l'ingresso .
Appena entrati l'aria al Den è davvero elettrizzante , ed anche se i tifosi di casa non sono molti , si fanno sentire lo stesso , intonando cori storici e srotolando bandiere.
Da Preston sono arrivati molti tifosi , il chè gli fà solo onore , perchè la distanza è ragguardevole , è supportano la squadra continuamente , senza mai fermarsi.
I Lions creano di più all'inizio , e vengono premiati quando alla mezz'ora del primo tempo un tiro di Feeney viene deviato e finisce in fondo alla rete , con conseguente esplosione del Den e non solo , perchè a causa del mio scatto per esultare ed urlare , perdo programme ,match ,fotocamera e cellulare , che per fortuna ritrovo dopo poco.
La partita continua con qualche mio sussulto e ansia continua , a causa degli attacchi della squadra di Preston , ma per fortuna la partita termina 1 a 0 per noi e sotto un tripudio di applausi , perchè anche se non abbiamo giocato benissimo , siamo pur sempre approdati al quarto turno di FA Cup.
Raggiungiamo l'uscita più vicina a noi e ci indirizziamo verso la stazione , dove una quindicina di poliziotti ci scortano verso il treno , direzione London Bridge.
Voglio concludere quest'articolo con la citazione di un pensiero a proposito del Millwall di un grande conoscitore e scrittore del calcio britannico e non solo , Simone Galeotti.
"L'essere Millwall non è solo botte e disordini. L'essere Millwall è anche è sopratutto orgoglio, appartenenza a un quartiere complicato, o nel caso di tifosi non locali, il tentativo di distinguersi dalla lenta e forse inesorabile "omogeinizzazione di massa". Ecco cosa rappresenta quel leone rampante mutuato un pò dalle origini "scozzesi" del club un pò dall'ardore profuso in una storica partita di coppa, ecco cosa rappresenta il "Cold blow lane", ecco cosa significa il vecchio Den. Non solo agguati e paure, ma un modo di vivere diverso, e non per forza violento"















lunedì 7 gennaio 2013

The Magic Cardiff

Testo e Foto di Guido Plano
 
Dopo la magnifica gita in quel di Southend, e una vigilia di Natale passata tra colori, atmosfere e tradizioni tipicamente inglesi a Gillingham ospite di una famiglia inglese ( ovviamente fine serata a base di cyder che mi rende piuttosto difficile ed arduo il compito di trovare la stazione per ritornare a Londra ), decido quindi di passare tre giorni in Galles, e più precisamente a Cardiff, perchè è una terra che mi affascina e non è neanche tanto lontana da Londra.
Fatti gli ultimi preparativi e dopo varie tazze di tea per smaltire il cyder della sera prima in eccesso,sono pronto per raggiungere Paddington, stazione di Londra da cui partono i treni per il Galles meridionale.
La preoccupazione maggiore è il tempo metereologico, poichè nei giorni precedenti ha piovuto molto, allagando specialmente il sud-ovest dell'Inghilterra e parte del Galles.
Per fortuna il mio treno non viene cancellato,e dopo aver pagato il mio ticket ( caro come tutti i treni britannici! ) salgo sù, scegliendo con accortezza il posto, poichè sarà lo stesso per le prossime due oree voglio godermi appieno la campagna gallese.
Dopo aver passato Reading e Swindon, inizia a circolare per i vagoni un profumo oserei dire angelico che conferma, da buon intenditore quale sono diventato in questi mesi ,che stanno servendo la full english breakfast a bordo del treno!
Non me lo lascio dir due volte, e facendo uno scatto degno del miglior Bolt, arrivo per primo al bancone del bar, dove con annesso fiatone ordino la mia colazione, che viene servita da una ragazza tipicamente inglese che colpisce il mio punto debole , ,mostrandomi i suoi meravigliosi capelli rossi in cui mi ci perdo per alcuni istanti, ma venendo subito svegliato dal suo forte accento inglese e dalla visione di quello splendido mix di robe “salutari” che è sul mio piatto.
Finita la colazione e dispiaciuto del fatto che non servano nè birra nè tea a bordo (perchè mandare giù la full english breakfast con l'acqua in Britannia è reato,e fa anche schifo direi!) ho oltrepassato il confine e sono arrivato a Newport, città abbastanza industriale e sede del Newport County FC,club militante in Conference Premier.
Le campagne gallesi anche se pesantemente allagate, sono qualcosa di fenomenale, perchè è un mescolarsi continuo di rosso e tutte le sfumature del verde,con colline morbide e ogni tanto qualche castello o fortezza e piccoli paesini nel mezzo del ben nulla,che rendono questa terra magica.
Finalmente arrivo a Cardiff,anche se il treno continua la sua strada,direzione Swansea,e appena sceso noto con piacere che non fa freddo, anche se c'è una piacevole e tipica pioggerellina.
Mi dirigo verso il mio hotel,praticamente a due minuti a piedi dal Millennium Stadium,casa della nazionale di rugby gallese,e incredibilmente in pieno centro,cosa che lo rende unico in tutto il mondo.
Dopo aver fatto il check-in in hotel e sistemato il bagaglio,decido di scendere subito e visitare la città, che anche se non si espande per molti chilometri,poichè quasi tutte le attrazioni turistiche sono nel centro storico, ha tanto da offrire, a partire dal castello e parco enorme annesso, in cui ovviamente non mancano decine di campi di gioco da rugby,tradizionalmente lo sport più seguito e praticato in Galles.
Parco che costeggia tutto il corso del fiume che taglia in due Cardiff,ovvero il Taff, e che ad un certo punto costeggia anche il Millennium Stadium, che data la sua particolare forma, sembra quasi un vascello pronto a salpare e prendere il largo alla conquista di altre terre.
Dopo aver girovato per le strade illuminate a festa e per alcune gallerie davvero meravigliose come la castle arcade ,decido di concedermi la prima pinta,e ovviamente la scelta ricaade sul The City Arms , storico pub di fronte al Millennium Stadium,che ospita da sempre i tifosi gallesi di rugby sprovvisti di biglietto nel giorno del match.
La birra ovviamente è locale, e me la gusto in tranquillità seduto al bancone ,ascoltando di tanto in tanto alcuni discorsi in cymru, lingua gallese di origine celtica attualmente parlata da quasi o tutta la popolazione gallese,è che risuona davvero magica e di altri tempi nelle mie orecchie.
Accanto nel vero senso della parola al Millennium Stadium c'è un altro stadio di rugby, ovvero l'Arms Parks ,sede storica dei Cardiff Blues,franchigia di rugby di Cardiff che milita nel RaboPro 12 , ex Celtic League e tutto questo non fà che confermare l'amore e la passione dei gallesi per il rugby,sottolineata anche da una bellissima citazione di Peter Robbins , ex nazionale inglese di rugny , che ho trovato in un libro sul rugby gallese in una libreria storica di Cardiff ed ovvero :
“Gli inglesi praticano questo gioco perché l’hanno inventato. Gli irlandesi perchè detestano gli inglesi e adorano le risse. Gli scozzesi l’hanno adottato per la loro inimicizia storica nei confronti degli inglesi. I gallesi hanno un enorme vantaggio sui loro avversari: tutti i loro giocatori infatti sono nati su un campo di rugby o vi sono stati concepiti”
È arrivata l'ora di dedicarmi al calcio, e non c'è migliore occasione visti i recenti risultati in Championship, di visitare lo stadio del Cardiff, appunto il Cardiff Stadium,abbastanza posizionato in periferia, poichè di recente costruzione, e come tutti gli stadi nuovi,con annesso mega super centro commerciale intorno ( qualcuno ha detto Milton Keyns?!?! ).
Lo stadio a prima vista è imponente, anche se per quanto mi riguarda visto da fuori è abbastanza anonimo,sembra più una scatola di clinex blu e grigia.
Arrivato all'ingresso principale,mi si restringe lo stomaco vedendo il nuovo logo e il nuovo motto ( fire&passion) , degno dei migliori vigili del fuoco di Los Angeles ,che i nuovi proprietari indonesiani hanno cambiato appena arrivati, modificando anche il colore storico della prima maglia degli ex blubirds,ovvero da blu a rossa,tutto questo per ragioni di marketing e del dio soldo,sempre pronto soprattutto di questi tempi a distruggere o modificare il nostro caro e amato football.
Purtroppo lo stadio è chiuso , come la club shop e club house e quindi decido di far rotta su un altro stadio a pochi metri dal Cardiff Stadium, e sede del Cardiff Harlequins, che partecipa alla division three (terzo livello della piramide del calcio gallese ) ma appena a pochi passi dall'impianto, mi accorgo che lo stadio è dotato di pista d'atletica,e profondamente disgustato,scappio via augurandomi di non vedere mai più una cosa del genere in vita mia.
Decisamente insoddisfatto del calcio a Cardiff,ho bisogno di rifocillarmi, e faccio strada verso il The Goat Major , dove dopo un paio di pinte di ottima birra cornovagliese,decido di mangiare finalmente il piatto tipico gallese,ovvero il lamb cawl,una specie di lesso di montone sbollito con verdura in un brodo arricchito di avena , che trovo ottimo e decido di fare il bis,susseguito da varie pinte perchè là fuori inizia a far freddo.
In qualche modo riesco a tornare in hotel,e dopo una notte ristoratrice,decido di visitare la parte periferica, la zona meno turistica di Cardiff ma non per questo meno affascinante, dove gli odori, i colori,l'atmosfera cupa di tutto il contesto ti riportano indietro nel tempo,nel 18° secolo,quando tutto il Galles era al centro dell'europa poichè primo importatore di carbone,e richiamava manodopera da tutte e due le isole britanniche e non solo.
Il tradizionale Boxing Day è arrivato puntuale anche in Galles , e come tutti sanno nelle due isole britanniche questo è un giorno all'insegna dello sport, se non il giorno dello sport!
Con il Cardiff City impegnato in casa contro il Crystal Palace ovviamente si registra il sold out,mentre rifiutandomi di andare a vedere il Cardiff Harlequins giocare in un campo d'atletica, decido di virare sul rugby, seconda mia passione un solo gradino sotto il football ma non per questo meno apprezzata o amata.
La partita è di cartello,poichè va in scena il derby locale tra Cardiff Blues contro Newport Gwan Dragons di RaboDirect Pro 12 ( ex Celtic League ),ma questo non mi impedisce di comprare il biglietto rigorosamente settore terrace un ora prima del kick off, riogorosamente anche questo alle 2.05 PM come da tradizione.
Dopo aver comprato il biglietto decido di andare al pub dove tradizionalmente tutti i tifosi di rugby vanno prima del KO, ovvero il City Arms, e accompagno con due guinness una deliziosa full welsh breakfast rigorosamente extra large, servitami da un'altra deliziosa ragazza redhead, il chè inizia a farmi ragionare su un mio probabile trasferimento da Londra verso Cardiff il più velocemente possibile.
Liberata la mente ma anche qualche liquido di troppo causa guinness, decido di avviarmi verso l'Arms Paark notando per prima cosa che l'atmosfera da stadio non differisce molto dal calcio che siamo abituati a raccontarvi qui su Londracalcistica, ovvero pinta prepartita, hot dog prepartita con annessa salsa di colore ambiguo e cipolle gustosissime ma di origine abbastanza dubbia,scelta del posto in cui visionare la partita calcota con costanti e formule matematiche a voi sconosciute e finalmente primo sbeffeggio al giocatore/arbitro di turno "leggermente" sovrappeso.
L'uniche differenze sono che la classica pinta può essere bevuta anche sugli spalti, cosa vietatissima nel football . e che anche ai massimi livelli come nel caso di questa partita i tifosi di entrambe le squadre sono mescolati tra di loro, anche e soprattutto in un derby così sentito, mentre in non league dalla conference south e north a salire le tifoserie nelle terraces vengono divise.
La partita scivola via sotto un acquazzone mai visto prima in vita mia, ma che non scompone di un centimetro i giocatori, che anzi sembrano dare di più sotto queste raffiche mixate di vento e pioggia.
La partita finisce 12 a 10 per la squadra di casa,e io decido ovviamente di rifugiarmi con i tifosi dentro il pub,anche perchè fuori sta imperversando una bufera.
Arriva il giorno del ritorno a Londra , e dopo una colazione “leggera” a base di uova fritte e sausages decido di andare a vedere la Cardiff Bay , ovvero la parte di Cardiff che dà sul mare .
La zona è tipicamente caratteristica , con un porticciolo turistico e tantissimi moli con negozi e bar , in cui mi godo il miglior fish&chips che abbia mai mangiato in vita mia.
Per ultimo decido di visitare la chiesa norvegese proprio all'estremità di un molo , dove fu battezzato lo scrittore Roald Dahl e che ospita oggi una galleria d’arte e una sala da tè e che sembra come voler ricordare quando i paesi scandinavi erano i re dei mari .
La gita in Cardiff è finita , e decido di avviarmi verso la stazione , che dopo non pochi problemi per cercare di capire quale sia il mio treno a causa di tabelloni elettrici solo in cymru , riesco a salire sul mio vagone , lasciando il Galles ed una terra che mi ha veramante colpito e del quale ne sono veramente innamorato .
La sensazione di aver vissuto davvero bene e in un posto oserei dire “magico” per tre giorni si fà sentire ancora più forte quando appena arrivato a Londra e sceso dal treno pronto ad infilarmi nel solito “inferno” londinese , vorrei semplicemente voltarmi e ritornare su quel treno direzione Cardiff ,direzione Wales.